Da: Giornale di Brescia
di martedì 22 novembre 2016
Scritto da Andrea Cittadini
La Procura di Brescia
entro fine anno potrebbe
ascoltare Nunzio Perrella
Indagini nell’area indicata
Quel «al nord state rovinati»
è finito in un fascicolo di inchiesta
aperto dalla Procura
di Brescia. Obiettivo fare piena
luce sulle rivelazioni
dell’ex boss della camorra,
Nunzio Perrella, che al presidente
del comitato ambientalista
bresciano Gigi Rosa, nel
corso di una trasmissione televisiva,
ha spiegato il traffico di
rifiuti pericolosi e nocivi che
da anni interesserebbe il Bresciano.Inchiesta
aperta, riflettori
accesi.
Agli atti. Perrella non si è limitato
a fare l’elenco dei comuni
di Montichiari, Castegnato,
Ospitaletto e Rovato dove
per un lungo periodo anche
lui stesso avrebbe sversato veleni.
C’è di più: l’ex boss ha
scritto i nomi di imprenditori
di casa nostra con i quali il «sistema
dei rifiuti illeciti» avrebbe
avuto contatti. Poi ha anche
citato le discariche interessate.
«Son tutte piene zeppe
quelle cave» la versione di
Perrella resa pubblica. Su un
pezzo di carta ha però annotato altri
aspetti ritenuti dagli inquirenti
molto interessanti.
Così l’uomo che ha cominciato
a collaborare con la giustizia
fin dal 1992, un anno prima
della creazione della Procura Nazionale Antimafia,torna
a vestire un ruolo determinante
per capire cosa sia finito
nel sottosuolo del nostro
Paese e soprattutto della provincia
bresciana.
Il suo percorso di collaboratore
di giustizia si era poi fermato
al termine di importanti
processi che avevano fatto luce sulla
«terra dei fuochi»
e sul caso
Campania.Già avviato
attraverso il
Ministero della
giustizia l’iter per
poterlo ascoltare direttamente
in Procura a Brescia e entro
fine anno l’ex boss della camorra potrebbe
essere convocato
a Palazzo di Giustizia. Sarà
sentito a sommarie informazioni,
come persona informata
sui fatti, ma non è da
escludere che, davanti a conferme
attendibili
o rivelazioni ancor
più dettagliate
di quelle già registrate, Perrella possa
iniziare un nuovo percorso da collaboratore
di giustizia.
Questo però è un capitolo
ancora tutto da scrivere.
Ieri e oggi. Di certo le dichiarazioni
dell’ex boss, quel «a
Montichiari state peggio che
da noi a Napoli», e ancora «la
monnezza è oro e ancora oggi
il traffico non si ferma», hanno
alzato il livello di attenzione
sulla situazione ambientale
a Brescia.
«Questa provincia è diventata
uno dei centri peggiori
d’Italia per il trattamento dei
rifiuti pericolosi» ha detto solo
pochi giorni fa il procuratore
generale Sandro Raimondi,
commentando l’ultima inchiesta sul traffico
illecito di rifiuti
che ha portato all'arresto
di sei persone e alla contestazione
per la prima volta del reato
di inquinamento ambientale
in virtù delle nuove norme.
Il fascicolo aperto al quarto
piano di Palazzo di Giustizia
dopo le dichiarazioni di Perrella
servirà per valutare se effettivamente
dagli anni ’90 ad
oggi - come spiegato dall'ex
boss - l’attività illecita non si
sia mai fermata. Nel caso, le
condotte del passato non potranno
essere giudicate, mentre il discorso sarebbe
completamente
diverso davanti a fatti
attuali.
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