mercoledì 5 ottobre 2016

Le mille trame del faccendiere bresciano: «Tutti hanno un prezzo»

Da: Corriere della Sera - Brescia (edizione online)
mercoledì 5 ottobre 2016

Scritto da Wilma Petenzi

Alessandro Raineri millantava rapporti con il banchiere Giovanni Bazoli e con il giudice Frigo. Accertati i contatti con l’ex prefetto di Milano e di Brescia Francesco Tronca

Vantava amicizie e conoscenze importanti, quelle che possono aprire parecchie porte, risolvere problemi e portare affari. Affari importanti. In alcuni casi la conoscenza era reale, ma nella maggior parte delle situazioni si trattava di esagerazioni, nomi pronunciati a casaccio, solo per fare colpo. Per la procura milanese Alessandro Raineri, bresciano di 73 anni, nato a Palazzolo sull’Oglio, ma residente a Cellatica, era un millantatore. Millantato credito è uno dei reati contestati a Raineri, oltre all’accusa di essere destinatario di somme distratte da società fallite. Le «amicizie», anche a Roma, Raineri le spendeva con gli imprenditori coinvolti nella maxi inchiesta milanese: «Tutti sono corruttibili» era solito dire. 

I retroscena e i contatti
Dalle intercettazioni emerge una fitta di rete di rapporti e relazioni di Raineri con pubblici ufficiali. La procura ha accertato «l’esistenza di contatti con l’ex prefetto di Milano e di Brescia Francesco Tronca, che lo chiamava - si legge nell’ordinanza del giudice Alessandra Simion - per sollecitargli l’organizzazione di una cena con il consigliere regionale Alessandro Sala (pure lui di Palazzolo) con monsignor Vittorio Formenti (anche lui bresciano) che, pur operando all’interno del Vaticano, chiedeva a lui dei pass per presenziare a funzioni liturgiche all’interno della Santa Sede». Per poter andare all’udienza del Papa chiedeva aiuto a Raineri una dipendente della corte d’appello di Brescia a cui Raineri in cambio chiedeva un biglietto per andare all’inaugurazione dell’anno giudiziario: «Mi faccia avere un biglietto tramite il capo guardia che poi vengo io e lo presento a Giuseppe» millantando, secondo le accuse, la sua amicizia con l’avvocato Frigo con il quale diceva di essere a pranzo («scusa Giuseppe che non sento... sì è qui con me, siamo a pranzo»). Conoscenze anche con Carlo Visconti, magistrato e segretario alla Corte costituzionale che - si legge sempre nell’ordinanza - lo sollecitava affinché il figlio del proprio portiere potesse celebrare il battesimo a Roma. 

I contatti con Tronca e Bazoli

Dalle intercettazioni emerge anche il legame con l’imprenditore bergamasco Venturino Austoni (pure lui destinatario dell’ordinanza) che lo sollecitava perché facesse pressioni su pubblici ufficiali a seguito delle verifiche fiscali su alcune sue società. Il rapporto tra i due non riguardava solo i pubblici ufficiali - diversi i contatti di Raineri con il generale della Finanza Fabio Migliorati - ma anche l’aggiudicazione di appalti pubblici in via preferenziale alle società di Pierino Zanga. «In tal contesto - scrive il gip - si inquadrano le pressioni, peraltro conclusesi positivamente, fatte da Raineri nei confronti di Ettore Fermi a beneficio della società Zanga al fine di far ottenere a questi l’assegnazione di lavori nell’ambito della realizzazione dell’alta velocità Brescia-Verona». Raineri vantava la capacità di influenza, sempre a vantaggio delle società degli amici, anche «nei confronti di altri uomini delle istituzioni quali Giovanni Bazoli e (come già detto) dell’ex prefetto di Milano Tronca, ciò allo specifico scopo di ottenere appalti per l’esecuzione di opere pubbliche». Ma questa attività che sarebbe continuata per tutto il periodo dell’indagine non avrebbe portato alcun esito positivo. Gli investigatori hanno concluso che «la millanteria posta in essere da Raineri nella maggior parte dei casi aveva ad oggetto una relazione con i pubblici uffici di fatto esistente e comprovata, in altri casi venivano in rilievo relazioni la cui esistenza non poteva accertarsi in concreto, come nel caso di Bazoli, essendosi accertato in tal caso solo scambi con la sua segretaria». 

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